Influencer marketing ai tempi del Covid-19: intervista all’influencer @nevertoobeautiful
Alzi la mano chi, durante i mesi del lockdown, non ha trascorso la maggior parte del proprio tempo sui social! Ebbene, proprio da un’indagine quantitativa realizzata da Ipsos, società leader nelle ricerche di mercato, e FLU, agenzia italiana specializzata in influencer marketing, è emerso che, com’era prevedibile, i tassi di accesso a Instagram e Facebook, durante il periodo del lockdown imposto dal diffondersi della pandemia da COVID-19, sono aumentati prepotentemente, così come gli utenti che hanno iniziato a seguire nuovi influencer per intrattenersi, vista la grande quantità di tempo libero a disposizione.
Naturalmente, non solo le aziende con i personali influencer marketing, ma anche l’atteggiamento degli influencer in generale nei confronti degli utenti, in quel periodo, è cambiato. Investiti di una maggiore responsabilità in quanto detentori di un potere capace di far protendere su uno o un altro versante i comportamenti e le decisioni dei propri seguaci, gli “influencer dell’era COVID-19” si sono prodigati con grande impegno in attività d’intrattenimento.
E così, proprio nel periodo di chiusura nazionale, i feed di Instagram e Facebook si sono riempiti di dirette e contenuti volti a coinvolgere quanto più possibile gli utenti dei social: c’è stato un vero e proprio exploit di video-sessioni di workout, video-ricette e video-consigli su argomenti più disparati come beauty e self-care. Non sono mancate le iniziative benefiche promosse dagli influencer attraverso i propri canali social. Emblematico in tal senso è stato il caso di Chiara Ferragni e Fedez che, grazie ad una raccolta fondi lanciata sui loro profili Instagram, per la quale hanno donato 100 mila euro, sono stati in grado di coinvolgere i propri follower ed altre personalità di spicco, raccogliendo oltre 4,4 milioni di euro che sono serviti per la realizzazione in tempi record della “PallaRia”, un intero nuovo reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano destinato alle cure dei malati più gravi di COVID. Questo grande gesto, riconosciuto a livello nazionale, ha concesso loro di vincere, proprio negli ultimi giorni, il premio Ambrogino d’oro, l’illustre riconoscimento che la città di Milano consegna a chi ha fatto del bene per la comunità.
Essere influencer ai tempi del COVID-19 ha fatto in modo che quegli idoli del web divenissero agli occhi degli utenti delle persone comuni. Ed è stata, forse, proprio questa naturale ed inevitabile umanizzazione ad avvicinare ancora di più influencer e utenti.
Per poter mostrare una testimonianza diretta, abbiamo scelto di intervistare la salernitana Marina Vita, su Instagram @nevertoobeautiful, influencer di moda, beauty, lifestyle e travel e amante della fotografia minimalista, che ha deciso di raccontarci la sua esperienza di influencer durante la pandemia.
D.: Cosa ha significato per te essere un’influencer in piena pandemia globale?
R.: Ha significato cambiare e crescere insieme alla mia community: la pandemia ci ha resi soli, malinconici, ansiosi e vulnerabili.
Ognuno di noi ha sviluppato questi aspetti tra le mura di casa, con un orologio fermo a fine febbraio e riattivato in estate ed Instagram era un mezzo di socializzazione pazzesco.
Mi sono ritrovata a fare stories con pigiami brutti e vecchi, all’inizio era imbarazzante, dopo un po’ non ci ho fatto più caso, ho pensato mi piacesse farmi vedere nella mia assoluta normalità, far capire quanto siamo tutti assolutamente umani.
D.: IL modo di comunicare ai tuoi follower è cambiato? Se è sì, in che modo?
R.: Tantissimo. Sono cambiata io durante la pandemia, sono cambiata io con loro, sono cambiati loro con me.
Abbiamo creato un legame, una sorta di nodo. Ricorderò per sempre la pandemia come la parte della mia vita più vicina alle persone dietro questo schermo, ricorderò i grazie, le paure, i momenti in cui ho parlato del mio passato e del futuro che vorrei, ed ho scoperto che tanti si sentivano come me, avevano vissuto ciò che avevo provato io, erano più vicini a me di quanto potessi mai pensare.
Il mondo stava cambiando ed io ho scoperto il valore di quel numero che chiamiamo followers e che corrisponde a persone reali, senza le quali probabilmente non sarei la stessa.
D.: Tante professioni hanno risentito economicamente dell’emergenza COVID-19, nel tuo campo è stato lo stesso?
R.: Sì, anche nel mio. Soprattutto per la parte che prevede i miei progetti con @travelgramitalia, piattaforma di influencer marketing per la quale ho lavorato con grandi soddisfazioni nel 2019.
Per il resto, io non sono mai stata una persona che accetta collaborazioni promozionali a rotta di collo: sono selettiva, precisa, mi piace far vedere poche partnership, ma buone.
Il mondo, però, era fermo, doveva stoppare tutto, era giusto così, anzi, sentivo il piccolo compito di sollevare gli animi delle persone, senza far pesare il lavoro che veniva meno ogni giorno di più.
D.: L’influencer oggi è considerato un modello da seguire. Come si stanno comportando a tuo parere gli influencer italiani rispetto all’emergenza coronavirus?
R.: Alcuni benissimo, se prendiamo come esempio l’influencer per eccellenza, Chiara Ferragni, altri sicuramente meno, screditandone la categoria.
Purtroppo, non tutti hanno avuto la sensibilità di promuovere un giusto rispetto delle regole e dei diritti delle persone, preferendo continuare a farsi notare o a parlare di cose più leggere.
Io, invece, sono una di quelle che vuole far sentire la sua voce, a costo di perdere audience!
D.: Pensi di essere in grado, una volta che ci riapproprieremo della nostra frenetica normalità, di mantenere gli standard di presenza e interazione raggiunti nel periodo del lockdown?
R.: Penso di sì e lo dico con sincerità, sarà anche più bello. Prima del lockdown ero sempre in giro, portavo il mio telefono con me ed ogni tanto chiacchieravo con i miei followers.
Ora è diverso: le persone che mi seguono mi conoscono in maniera più profonda, mi sento più sciolta ed ho scoperto quanto è bello il mondo visto sia da casa che da fuori e voglio farlo conoscere a loro, voglio portarli con me. Sono certa sarà ancora più bello.